La parola “tokenomics” è una combinazione, delle parole “token” ed “economia” ed è un termine relativamente nuovo che è salito alla popolarità a metà del 2017.
Come con qualsiasi cosa di nuovo, il significato deve ancora essere standardizzato sicché ogni studioso, ogni scienziato, intellettuale, nerd, o più semplicemente ogni internauta smanettone e appassionato di tech news sta tentando di definire il concetto ed il fenomeno similmente a quanto successo per il significato di blockchain o Internet nei primi tempi, ( di cui ci occuperemo più avanti ) in quanto vi è una enormità di idee e di applicazioni che sono incapsulate all’interno dell’idea stessa di tokenomics, tale da non averne ancora messo a fuoco il potenziale e, di conseguenza, il pieno significato. Tokenomics, tuttavia, comprende il concetto di studio, progettazione e implementazione di un sistema economico per incentivare comportamenti specifici in una comunità, più o meno allargata, utilizzando i tokens per creare una micro economia circolare, che sia autosufficiente e che soddisfi lo scopo dell’utilizzo attraverso la propria utilità. Per questo comprende la teoria dei giochi1, la progettazione dei meccanismi e l’economia monetaria, ovvero quando raccogliamo o riscattiamo i punti o i bollini in una raccolta, alcuni di noi analizzano la logica economica per arrivare agli obiettivi e riscattare i premi o la conta dei voli da fare in un anno per raggiungere il bonus sulle miglia accumulate. Tutte queste connotazioni danno vita ad una nuova microeconomia tokenizzata ( offerta di punti, bollini e gettoni, programmi di incentivi, frazionamento di valore e creazione di asset ) che sta emergendo sempre più prepotentemente grazie alle tendenze e le abitudini dei mercati e dei rapporti tra individui relativamente alla fruizione di un prodotto o un servizio e al valore degli stessi , ma sopratutto grazie alla tecnologia del mondo digitale.
E’ proprio la tecnologia digitale, che creando reti e connessioni invisibili , ha raggiunto chiunque sul pianeta e, creato nuovi mercati in cui poter scambiare valore in tutte le forme possibili. La notizia straordinaria è che all’interno di tali mercati, per scambiare, creare e produrre valore dobbiamo connetterci e comunicare, in rete. Tale rete, oggigiorno, aiuta a creare ed organizzare la Società.
Le reti consentono agli esseri umani di cooperare e distribuire i prodotti della cooperazione. Le strade fisiche, quelle digitali e quelle neurali ci collegano costantemente. La società è una rete; così come la religione e il denaro sono alcune delle nostre reti. Ma tutte queste reti, per poter funzionare, devono necessariamente essere organizzate secondo alcune regole, per esempio, il Codice della Strada o l’esercizio della Fede o l’adozione delle regole e valore di valuta per un Paese.
Una delle invenzioni più interessanti degli ultimi anni riguarda proprio la creazione di una “nuova rete”, la Blockchain.
La Blockchain è un rete digitale che consente ai partecipanti della stessa di scambiarsi valore senza che ci sia un intermediario per la notifica. Questa rete è a prova di manomissione, è trasparente, è decentralizzata ( ovvero senza nessun soggetto che la gestisca e la governi ) ed è aperta a tutti. Tutto il sistema di scambio è basato sulla Fiducia.
Nella vita reale tutti gli scambi avvengono con la “notarizzazione” di un intermediario come ad esempio la banca per scambiarci il denaro o il catasto per un’immobile. Questi soggetti terzi svolgono la funzione di fiduciario del valore, e noi ci fidiamo di queste “autorità centrali” che attesto e garantiscono il valore.
Con l’avvento di Blockchain, attraverso il suo complesso sistema di sicurezza digitale, iniziamo a scambiarci valore gli uni con gli altri basandoci solo sul concetto di fiducia reciproca. Senza la necessità che ci sia un terzo a garantirla.
Torneremo a parlare di Blockchain , nel tecnico , in seguito, ma per il momento più semplicemente e chiaramente significa che esse permettono di eliminare ogni mediazione, di togliere ogni intermediario e fare tutto direttamente tra i partecipanti, poiché tali reti sono essenzialmente Open, Random e Supportive (ORS) ®, ovvero aperte, casualie senza autorizzazione perché chiunque può unirsi alla rete in qualsiasi momento, di supporto poiché queste reti sono neutrali, resistenti alla censura e democratizzate, e infine interconnesse perché, il mondo non sarà mai d’accordo su un singolo registro per i dati o su una singola piattaforma, a condizione che ogni fornitore/partecipante possa possedere la rete.
La straordinaria potenza di Internet delle informazioni e della diffusione libera di dati ha creato per certi versi un fenomeno che, solo la Blockchain può, in qualche modo arginare e, paradossalmente portare a valore. Internet ha permesso l’accesso a una grande quantità di informazioni e la possibilità di comunicare con chiunque nel mondo da un device nel palmo delle nostre mani. Da anni è in corso una gara a chi, consapevolmente o no, regala un’enormità dati personali e informazioni alla rete internet. La possibilità di accedere ad un maggiore numero di dati e di informazioni ha trasformato molteplici settori dell’economia, come per esempio i media e le telecomunicazioni , e tuttavia ciò che questo fenomeno non è riuscito a cambiare è il modo in cui il valore viene trasferito poiché, come abbiamo visto, gli intermediari sono ancora richiesti e necessari. Un esempio chiaro riguarda i sistemi di pagamento on-line , dove sono coinvolti più soggetti di certificazione. Ora, anche se l’intermediazione è nata per semplificare le transazioni e porre un soggetto terzo o più soggetti a garanzia e certificazione della stessa operazione , si è arrivati , col tempo ad una evoluzione che ha generato un mostro, poiché è un sistema imperfetto. Se guardiamo all’esempio delle Banche si può tranquillamente sostenere che sono la ragione per cui oltre la metà della popolazione mondiale è stata esclusa dai servizi finanziari di base. Poiché ricoprendo il ruolo di intermediari o rappresentanti nelle transazioni finanziarie del mondo, sono diventate abbastanza grandi accumulando talmente tanto valore che, hanno più incentivi a servire il proprio interesse rispetto agli interessi dei soggetti che dovrebbero rappresentare.
Questo ci porta alla domanda:
Ma perché Internet che conosciamo e amiamo, che ha cambiato così tanti aspetti della società umana, non è riuscito a consentirci di trasferire valore?
La risposta è relativamente semplice: le informazioni possono essere replicate quasi all’infinito senza costi.
Se pensate ad un file musicale può essere scaricato milioni di volte, oppure un’immagine digitale può essere replicata, condivisa e utilizzata molte volte, il tutto a costo quasi zero.
Questo problema non ha trovato una soluzione nel mondo decentrato, fino all’invenzione del Bitcoin.
Bitcoin è un asset digitale, un risorsa di valore legata ad una blockchain, in parole molto , molto semplici: un token o coin ( poiché è di fatto una moneta). Bitcoin è la prima rete di reti per il trasferimento di valore senza richiedere un intermediario. Bitcoin ha fatto si che si cambiasse paradigma e si approdasse a Internet of Value ovvero ad una rete che consente di trasferire il valore anziché solo informazioni. La caratteristica e la differenza tra informazione e valore è la scarsità: se dai informazioni a qualcuno , rimarranno anche a te, ma se trasferisci valore, ebbene quel valore non devi possederlo più. Gli esempi includono azioni, proprietà intellettuale, arte, musica, voti e, ovviamente, denaro. L’Internet del valore offre la possibilità di spostare il valore con la stessa facilità con cui spostiamo le informazioni. Il problema originario quindi, cosiddetto “double spending” ovvero inviare lo stesso denaro digitale a più di un destinatario, è stato da sempreaffrontato attraverso molti passaggi in molti livelli come intermediari, banche, governi e numerose altre terze parti, per instaurare fiducia nella nostra economia fornendo servizi terzi come l’identificazione delle persone, la verifica, la compensazione e liquidazione della transazione e conservazione dei dati di transazione, in modo da non poter spendere gli stessi soldi due volte. Il risultato, nel tempo, è stato un aumento dei costi, una riduzione di valore e l’esclusione di un gran numero di persone dall’economia globale. Con l’aggiunta inoltre di un’acquisizione gratuita e incondizionata dei nostri importantissimi dati sensibili.
Con questa nuova tecnologia chiamata “blockchain”,esiste una rete decentralizzata in cui la fiducia è nativa del mezzo. Il valore può essere creato, trasferito o scambiato e i partecipanti si fidano della rete e della matematica che la regola e la caratterizza. In questo Internet del mondo del valore, il valore è rappresentato nientemeno che da un token ( un asset ) e il valore che rappresenta è governato dalle varie leggi dell’economia, dove la più semplice è naturalmente l’offerta e la domanda. Tutto ciò da origine al concetto di tokenomics.
1è la parte della matematica che si occupa di analizzare il comportamento di più individui che interagiscono fra loro come ad esempio nelle ‘situazioni competitive’ in cui cioè sono presenti più persone (o gruppi di persone, o organizzazioni) dette appunto ‘giocatori’, con autonoma capacità di decisione e con interessi contrastanti.